P.E.I. – Partenariato Europeo per l’Innovazione

La fase progettuale/operativa di tali progetti è terminata, si riportano quindi i principali risultati ottenuti ad oggi, ricordando però come tali progetti non terminino contestualmente al termine dei lavori dei Gruppi Operativi che li hanno fino ad oggi coordinati. Inoltre, sono stati promossi ed eseguiti progetti in sinergia con Asnacodi Italia, oltre che con l’Università di Trento grazie a dei progetti co-finanziati di dottorato di ricerca. Di seguito riportiamo gli obiettivi e i principali risultati ottenuti 39 I NOSTRI FOCUS dai partenariati e dei progetti sopra citati nel corso dell’annata 2021. Infine, riportiamo una nuova esperienza nell’ambito dei Progetti Europei per l’Innovazione, il PEI SMS Green.

I.T.A. 2.0 – Innovation Tecnology Agricolture 2.0

Il progetto I.T.A. 2.0. – Innovation Tecnology Agriculture ha concorso al bando operazione 16.1.1. PSR 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento “Gruppi Operativi nell’ambito dei PEI” – Fase 2, risultando fra i progetti ammessi. Il progetto, promosso da Co.Di.Pr.A. e compartecipato da importanti soggetti del comparto agricolo e non solo, si era posto come obiettivo quello di dare concrete risposte alle imprese agricole favorendone la competitività tramite l’adozione e lo sviluppo di innovative misure e strumenti di Gestione del Rischio. I partner del progetto, che ha avuto durata triennale, sono stati: Agriduemila Srl, Fondazione Edmund Mach, Università di Padova, Coldiretti Trento, Asnacodi, C.A.A. ATS (Confagricoltura), Itas Mutua, A&A; il gruppo di lavoro rappresenta le diverse realtà coinvolte nella Gestione del Rischio in agricoltura e ha l’obiettivo della massima diffusione e ricaduta dell’innovazione. L’evoluzione della Gestione del Rischio, introdotta nei nuovi indirizzi comunitari, propone la definizione di strumenti che evolvano dalla semplice gestione dei danni da Avversità Atmosferiche, singole o associate, verso soluzioni più articolate e complesse che tutelino le imprese agricole da tutti i fattori di incertezza che possano compromettere la redditività dell’impresa (calamità naturali, fitopatie, volatilità dei prezzi delle produzioni agricole “IST”). Questo permette alle imprese di perseguire un vantaggio competitivo e di rafforzare, con i necessari investimenti, le proprie posizioni di mercato, le iniziative per aumentare le conoscenze e le innovazioni, ciò godendo di un’adeguata e soddisfacente protezione. Lo sviluppo di nuovi strumenti di Gestione del Rischio diventa elemento facilitatore per indirizzare le imprese e le filiere collegate, verso soluzioni virtuose a beneficio di un auspicabile sviluppo sociale ed economico delle aree interessate, in un mutuo concetto di responsabilità. Nel concreto, i risultati operativi del progetto sono stati: l’allargamento della protezione assicurativa introducendo nell’oggetto di garanzia delle polizze agevolate l’insieme delle Avversità Atmosferiche, nonché della peronospora della vite e Drosophila Suzukii; l’attivazione di due Fondi Mutualistici per la stabilizzazione del reddito, IST Latte e IST Mele. Le dinamiche di globalizzazione dei mercati hanno determinato nuovi processi di volatilità dei prezzi dei beni agricoli rispetto alle catene di formazione del valore storicamente presenti, alle quali eravamo convenzionalmente abituati; tali strumenti, che godono di una grande contribuzione pubblica al 70%, riescono a fornire una risposta pronta, efficiente ed efficace alle crisi di mercato che si possono verificare. L’attuale realtà agricola, e più in generale agroalimentare, evidenzia notevoli difficoltà nell’acquisizione di elementi economici previsti dalla regolamentazione comunitaria, in grado di individuare la redditività dell’impresa e l’eventuale perdita di valore. Per far fronte a tale criticità è stato necessario individuare metodologie di rilevazione e parametri benchmark in grado di sviluppare l’attuazione di questi nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito in un’ottica di semplificazione del processo. È stata quindi prevista la costituzione di una rete di banche dati certificate e costantemente aggiornate, interconnesse e facilmente consultabili anche dagli stessi imprenditori agricoli, in grado di fornire gli elementi agronomici/economici per l’efficientamento dei processi produttivi, l’innovazione e la qualità imprenditoriale delle imprese agricole attraverso una nuova formazione del processo decisionale. Partendo dai dati dei fascicoli aziendali, e di conseguenza dal PAI, il sistema informativo permette di integrare i dati di natura assicurativa e una rendicontazione trasparente delle perizie attraverso l’utilizzo di elementi di georeferenziazione delle produzioni dell’azienda, nonché di avere a disposizione i dati, certificati e corretti, necessari alle loro specifiche e diverse funzioni.

C&A 4.0 – Climate and Agriculture 4.0

Il progetto C&A 4.0 – Climate and Agriculture 4.0 ha visto come partner Co.Di.Pr.A. (in veste di capofila amministrativo), Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler, APOT, Federazione Provinciale dei consorzi irrigui e di miglioramento fondiario e Consorzio Innovazione Frutta. Il contesto in cui è nato il PEI C&A 4.0 vede un mutamento climatico incrementale in questi ultimi 30 anni, la Provincia di Trento sta assistendo al fenomeno di anticipo del risveglio vegetativo delle colture e di conseguenza delle fioriture, tali da esporre le stesse a un maggior rischio di ritorni di freddo primaverili; rischio aumentato, in questi ultimi anni, anche per il ripetersi di tali fenomeni. Questi due fattori combinati tra loro, anticipo vegetativo e fenomeni estremi di gelo primaverile, hanno causato rilevanti perdite di produzione nelle zone sia frutticole (mele in particolare) sia viticole, mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle imprese agricole trentine. Il sistema frutticolo trentino attualmente, in alcune zone e in modo parziale, utilizza sistemi di difesa attiva antibrina utilizzando quasi esclusivamente l’irrigazione sopra chioma. Il principio fisico del metodo si basa sulla proprietà dell’acqua di liberare calore, passando dallo stato liquido a quello solido. È quindi la trasformazione in ghiaccio dell’acqua che libera energia sotto forma di “calore latente” (80 cal/g) che impedisce alla temperatura di scendere. La formazione di ghiaccio sui fiori mantiene la temperatura attorno a 0 °C. Tale difesa attiva, risulta comunque oggi insufficiente in quanto interessa una piccola parte di produzione agricola complessiva e ha come fattore limitante la scarsa disponibilità della risorsa acqua, considerando che per la difesa non si può attuare la turnazione delle erogazioni. Le attuali tecnologie forniscono altri sistemi di difesa antibrina come i miscelatori d’aria (ventole) e irrigazione sotto chioma con micro sprinkler. Al fine di trovare un sistema combinato che sfrutti al meglio le potenzialità delle diverse tecniche di difesa attiva, è stato effettuato un monitoraggio del territorio agricolo trentino, da punto di vista sia agronomico sia climatico, per quantificarne la sensibilità al rischio gelo, comprendendone le dinamiche evolutive del clima e le specificità orografiche e geopedologiche, al fine di identificare il sistema di difesa attiva più idoneo per le diverse aree e colture. I criteri di spazializzazione dei dati meteo-climatici, come sopra illustrato, possono differire anche significativamente per le diverse variabili, e la loro mappatura su un territorio topograficamente e climaticamente complesso (come quello in esame) ha richiesto procedure specifiche e dedicate. La mappatura è stata collocata all’interno di una piattaforma informatica dinamica, che esprime per singola area territoriale, non solo gli indici e le informazioni, alla base di questo progetto (entità del rischio gelo e compatibilità di sistema di difesa attiva), ma contenere i molteplici dati utilizzati per esprimere tali indicazioni. Questo progetto ha avuto lo scopo di mettere in relazione sinergica le due componenti di difesa, attiva a passiva, per un miglior ed economico utilizzo delle stesse nel nuovo contesto di mutazione climatica. Inoltre, un’analisi meticolosa delle caratteristiche delle diverse realtà agronomiche ambientali ha potuto orientare al meglio la Pubblica Amministrazione nel distribuire le risorse finanziarie dedicate al sostegno delle reddittività delle nostre imprese agricole a fronte dell’acuirsi dei rischi atmosferici nella nostra provincia (PSR). Questo progetto, che in una logica stringente di priorità è inizialmente orientato verso la difesa dall’avversità gelo, ha avuto come ulteriore finalità quella di una tutela complessiva delle nostre produzioni, da tutte le diverse componenti climatiche avverse come la siccità, gli eccessi di umidità del suolo e di calore. È evidente, pertanto, che parte non secondaria di questa iniziativa, che di fatto ne sottende il significato, è stata la miglior utilizzazione della preziosa risorsa acqua, non solo in termini di quantità utilizzata ma di una sua più idonea distribuzione, legata alle differenti necessità della pianta, nelle sue diverse fasi fenologiche, per migliorare l’aspetto qualitativo delle produzioni. Altro aspetto correlato, è quello della difesa fitosanitaria, per un suo utilizzo ambientalmente compatibile e adeguato in termini economici e di efficacia. Infatti l’interpolazione e la messa a disposizione dei dati meteo/ambientali, legati alla conoscenza della fase vegetativa della coltura, sono fattori determinanti il miglior utilizzo dei trattamenti fitosanitari e della loro ecosostenibilità.

T.A.F./17 – “Talented” Trentino agriculture-forestry

TAF/17 – “Talented” Trentino Agriculture-Forestry Il progetto T.A.F./17 – “Talented” Trentino agriculture-forestry ha come partner il Centro Assistenza Imprese Coldiretti del Trentino Srl, CNR – Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, Associazione PEFC Italia, Co.Di.Pr.A. e Agriduemila Srl. Se nel passato l’agricoltore aveva quasi l’obbligo di fare riferimento alla propria “azienda” come unità di vita e sussistenza, oggi tutti prendono sempre più coscienza dell’importanza basilare di guardare oltre il proprio appezzamento. Ogni agricoltore viene così a essere parte di un sistema produttivo più ampio, articolato e vitale, che somma le esigenze aziendali con quelle dell’ambiente circostante, per finire alla componente sociale, rappresentata dai cittadini e dalle loro esigenze emergenti in termini di vivibilità e fruizione del territorio. In questo senso è fondamentale osservare come il Trentino sia rimasto fondamentalmente una realtà basata sulla natura, con un’agricoltura certamente diversa e più specializzata ma con una base “verde” nettamente prevalente e praticamente stabile da decenni, con l’89% della superficie coperta da boschi e pascoli, il 2,8% di aree urbanizzate e il 5,4% utilizzato per le colture agricole. Bosco e agricoltura non sono tra loro antagoniste e si troveranno necessariamente sempre più a interagire fra di loro. Sono molteplici e riconosciuti gli utilizzi delle fibre di cellulosa derivanti dal legno di origine forestale già presenti sul mercato, come la Viscosa, il Modal e il Lyocell. Sono fibre chimiche artificiali dove la cellulosa viene estratta dal legno. Con l’avanzare della tecnologia i processi di estrazioni sono diventati sempre più green, fino all’uso di reagenti completamente non inquinanti. Queste rappresentano un’alternativa pulita ad altre fibre sintetiche (derivate dal petrolio) e anche al cotone. Il materiale di partenza per la produzione è il legno forestale, che nel Trentino deriva da foreste gestite in modo sostenibile, secondo i canoni dell’agricoltura naturalistica, confermate dalla certificazione PEFC. La produzione dei tessuti di origine forestale consuma 1/3 di energia e 60 volte meno acqua di un’uguale produzione del tessuto di cotone. L’albero e il suo legno vengono tradizionalmente valorizzati in tante maniere dall’industria all’edilizia, fino all’energia. Si è puntato anche a produrre materiali “nobili” quali, ad esempio, fibre, tessuti e innovativi imballaggi per packaging dei prodotti. Il know how tecnologico disponibile, l’emergente consapevolezza collettiva alle tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, la sempre maggiore propensione del legislatore verso la limitazione dell’utilizzo di materie plastiche e il particolare contesto economico e rurale del territorio trentino sono state i preamboli su cui gli attori hanno elaborato questo progetto. La reale attività ha permesso di sviluppare una filiera virtuosa in grado di coniugare gli aspetti ambientali con una valorizzazione economica e sociale delle materie locali, ricercando e testando materiali innovativi di origine forestale nella direzione di un sistema sempre più attento agli aspetti ambientali e alla sfida di un’economia circolare e sostenibile. A tal proposito il progetto “La fibra dell’agri-selvicoltura trentina” ha sperimentato e promosso utilizzi innovativi delle risorse forestali locali, attraverso prodotti utilizzabili anche nei processi dell’agricoltura trentina partendo dal comparto produttivo fino alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Nello specifico sono stati valorizzati i prodotti legnosi trasformandoli in prodotti come fibre, tessuti e materiali per la legatura delle colture, per la copertura (pacciamanti o protettivi), per gli imballaggi in rete e packaging, in sostituzione degli attuali materiali di origine fossile. Infatti, le fibre del legno se opportunamente trattate sia in purezza sia con altre fibre o materiali, possono dar luogo a prodotti performanti, concretamente utilizzabili nel settore agricolo e non solo nonché completamente biodegradabili. Questo porterebbe a una coerenza “prodotto-imballaggio” in grado di far emergere la complessità e la totalità di un territorio fornendo quindi un importante valore aggiunto, trasferendo le logiche che l’agricoltore applica sin dalla fase produttiva fino alla commercializzazione finale. In sintesi, potremmo quindi dire che si è raggiunto un più alto valore delle risorse locali con un minor impatto sull’ambiente.

SMS Green – progetto Suolo Mela Suolo

In collaborazione con Agriduemila Hub Innovation, Fondazione Edmund Mach e Melinda è nato un nuovo Partenariato Europeo d’Innovazione chiamato SMS Green – progetto suolo mela suolo, di cui Co.Di.Pr.A. è capofila e che beneficia di un finanziamento europeo pari all’80% della spesa totale ammessa. Il progetto si prefigge l’obiettivo di dare nuova vita alle mele danneggiate irreparabilmente dagli eventi atmosferici e al marco mela esaurito, ossia il residuo esausto della produzione dei trasformati di mela, trasformandoli in un concime organico ammendate, a chilometro zero, che arricchisca e nutra il nostro prezioso suolo senza asportare ulteriori risorse prime, valorizzando al contempo dei prodotti attualmente considerati scarti, a ridotto valore aggiunto e dalla minima marginalità per l’agricoltore. Il progetto si propone di dare nuova vita, e soprattutto nuovo valore aggiunto e marginalità, ai quei prodotti fino ad oggi considerati scarto. Tale ulteriore valorizzazione potrebbe permettere di riconoscere ai produttori agricoli una compensazione superiore delle “mele da industria” con il risultato, da un lato, di ottenere un ricavato complessivo non inferiore a quello oggi previsto dalla combinazione “liquidato cooperativa + risarcimento assicurativo e/o + compensazione fondo mutualistico”, ma dall’altro di una facilitazione nell’individuazione della capacità assicurativa. Tutto ciò contribuisce positivamente a raggiungere un equilibrio economico-finanziario di lungo termine per le imprese agricole, stabilizzando le entrate e garantendo dei proventi di vendita anche nel caso in cui la produzione fosse fortemente compromessa da danni conseguenti a eventi avversi e/o da fitopatie. Oltre alle migliori prestazioni e stabilità reddituale, tutto ciò potrebbe produrre ulteriori effetti e ricadute positive sugli agricoltori, in quanto verrebbero applicate tariffe assicurative ridotte grazie all’innescarsi di meccanismi virtuosi. Il progetto avrà, quindi, numerosi impatti sull’intero comparto agricolo trentino e nazionale, per quanto riguarda sia il fronte assicurativo sia in termini di sostenibilità ed efficienza del sistema produttivo.