C&A 4.0 – Climate and Agriculture 4.0
Il progetto C&A 4.0 – Climate and Agriculture 4.0 ha visto come partner Co.Di.Pr.A. (in veste di capofila amministrativo), Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler, APOT, Federazione Provinciale dei consorzi irrigui e di miglioramento fondiario e Consorzio Innovazione Frutta. Il contesto in cui è nato il PEI C&A 4.0 vede un mutamento climatico incrementale in questi ultimi 30 anni, la Provincia di Trento sta assistendo al fenomeno di anticipo del risveglio vegetativo delle colture e di conseguenza delle fioriture, tali da esporre le stesse a un maggior rischio di ritorni di freddo primaverili; rischio aumentato, in questi ultimi anni, anche per il ripetersi di tali fenomeni. Questi due fattori combinati tra loro, anticipo vegetativo e fenomeni estremi di gelo primaverile, hanno causato rilevanti perdite di produzione nelle zone sia frutticole (mele in particolare) sia viticole, mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle imprese agricole trentine. Il sistema frutticolo trentino attualmente, in alcune zone e in modo parziale, utilizza sistemi di difesa attiva antibrina utilizzando quasi esclusivamente l’irrigazione sopra chioma. Il principio fisico del metodo si basa sulla proprietà dell’acqua di liberare calore, passando dallo stato liquido a quello solido. È quindi la trasformazione in ghiaccio dell’acqua che libera energia sotto forma di “calore latente” (80 cal/g) che impedisce alla temperatura di scendere. La formazione di ghiaccio sui fiori mantiene la temperatura attorno a 0 °C. Tale difesa attiva, risulta comunque oggi insufficiente in quanto interessa una piccola parte di produzione agricola complessiva e ha come fattore limitante la scarsa disponibilità della risorsa acqua, considerando che per la difesa non si può attuare la turnazione delle erogazioni. Le attuali tecnologie forniscono altri sistemi di difesa antibrina come i miscelatori d’aria (ventole) e irrigazione sotto chioma con micro sprinkler. Al fine di trovare un sistema combinato che sfrutti al meglio le potenzialità delle diverse tecniche di difesa attiva, è stato effettuato un monitoraggio del territorio agricolo trentino, da punto di vista sia agronomico sia climatico, per quantificarne la sensibilità al rischio gelo, comprendendone le dinamiche evolutive del clima e le specificità orografiche e geopedologiche, al fine di identificare il sistema di difesa attiva più idoneo per le diverse aree e colture. I criteri di spazializzazione dei dati meteo-climatici, come sopra illustrato, possono differire anche significativamente per le diverse variabili, e la loro mappatura su un territorio topograficamente e climaticamente complesso (come quello in esame) ha richiesto procedure specifiche e dedicate. La mappatura è stata collocata all’interno di una piattaforma informatica dinamica, che esprime per singola area territoriale, non solo gli indici e le informazioni, alla base di questo progetto (entità del rischio gelo e compatibilità di sistema di difesa attiva), ma contenere i molteplici dati utilizzati per esprimere tali indicazioni. Questo progetto ha avuto lo scopo di mettere in relazione sinergica le due componenti di difesa, attiva a passiva, per un miglior ed economico utilizzo delle stesse nel nuovo contesto di mutazione climatica. Inoltre, un’analisi meticolosa delle caratteristiche delle diverse realtà agronomiche ambientali ha potuto orientare al meglio la Pubblica Amministrazione nel distribuire le risorse finanziarie dedicate al sostegno delle reddittività delle nostre imprese agricole a fronte dell’acuirsi dei rischi atmosferici nella nostra provincia (PSR). Questo progetto, che in una logica stringente di priorità è inizialmente orientato verso la difesa dall’avversità gelo, ha avuto come ulteriore finalità quella di una tutela complessiva delle nostre produzioni, da tutte le diverse componenti climatiche avverse come la siccità, gli eccessi di umidità del suolo e di calore. È evidente, pertanto, che parte non secondaria di questa iniziativa, che di fatto ne sottende il significato, è stata la miglior utilizzazione della preziosa risorsa acqua, non solo in termini di quantità utilizzata ma di una sua più idonea distribuzione, legata alle differenti necessità della pianta, nelle sue diverse fasi fenologiche, per migliorare l’aspetto qualitativo delle produzioni. Altro aspetto correlato, è quello della difesa fitosanitaria, per un suo utilizzo ambientalmente compatibile e adeguato in termini economici e di efficacia. Infatti l’interpolazione e la messa a disposizione dei dati meteo/ambientali, legati alla conoscenza della fase vegetativa della coltura, sono fattori determinanti il miglior utilizzo dei trattamenti fitosanitari e della loro ecosostenibilità.